giovedì, febbraio 22, 2007

VICENZA, VICENZA, VICENZA

A dispetto delle dichiarazioni di Prodi che, felice della riuscita (solo perché senza incidenti) della manifestazione di Vicenza, aveva manifestato indifferenza; di Napolitano (amante nostalgico dell'Ungheria e della Cecoslovacchia) che aveva affermato che la base non deve cambiare le strategie di governo; di Rifondazione e Comunisti Italiani che pur avendo manifestato e confermato le proprie idee pacifiste le avevano riposte ordinatamente nel cassetto della propaganda e giurato, per contrastare il governo precedente, fedeltà a quello attuale che ne continuava le linee; ebbene a dispetto di tutte queste forze politiche la manifestazione di Vicenza ha veramente ottenuto risultati inattesi.
Ha ricordato la matrice ideologica di alcuni pochi prontamente definiti dai propri segretari di partito traditori, perché avevano scelto di non sostenere più la politica militarista del governo come aveva fatto Bertinotti (che pur di mantenere la Presidenza ha scelto di non manifestare le proprie idee calpestando quanti pur di sostenere le proprie idee hanno dato la propria vita, Imre Nagy, in Ungheria per esempio, Salvador Allende, per esempio) e compagnia cantante (col ritmo di marcia).
La manifestazione di Vicenza ha ricordato che le coscienze si smuovono anche attraverso la Piazza, non con voti patteggiati col terrore.
Credo che la manifestazione, inoltre, abbia ricordato a tutti che votare con il naso turato per paura che vinca l'avversario condiscendendo programmi discutibili se non addirittura inaccettabili non produce sperati cambiamenti ma realizza una stabilità di fondo.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Inserisco un commento arrivato nella mia posta......


Roma Kabul Vicenza, per fare chiarezza
By: Nella Ginatempo


A mio
parere,il maggiore responsabile della caduta del governo Prodi è il
governo stesso. L'hanno capito molto bene a Vicenza dove hanno coniato
lo slogan "governo luamaro", che vuol dire letamaio. Proprio un segnale
autentico della frattura gravissima creatasi tra il popolo di Vicenza (
e per connessione sentimentale l'intero popolo della pace) e il governo
Prodi. L'editto di Bucarest sulla base a Vicenza si è ripetuto nella
replica di D'alema al Senato e la tanto sospirata exit strategy
dall'Afghanistan è annegata nel letamaio suddetto. I senatori Rossi e
Turigliatto hanno semplicemente dato voce alla volontà di Vicenza ed al
sentimento di pace del popolo italiano, scegliendo dichiaratamente di
non votare una politica estera che ripropone la guerra. Ma tutte le
scelte di questo governo sono state di guerra, dalle astronomiche spese
per il riarmo all'ampliamento di tutte le basi militari strategiche USA
e NATO, per andare all'acquisto dei JointStrike Fighter ed alla
reiterazione dell'accordo militare Italia-Israele con l'embargo alla
Palestina. Siamo il sesto esercito nel mondo impegnato sui fronti di
guerra: che gloria! Che vanto per quella sinistra sedicente pacifista e
nonviolenta restare al governo e votare i crediti di guerra, mandare la
gente a uccidere e morire. La debolezza del governo è stata soprattutto
questa, offendere una gran parte del proprio elettorato con una
politica estera di guerra. Era fatale che questa debolezza si
insinuasse prima o poi nelle aule parlamentari e che fosse
strumentalizzata ai propri fini dai poteri occulti del grande capitale
e dei signori della guerra filoatlantici. Ma questo non mi stupisce
affatto. Invece mi addolora l'atteggiamento di tutta la sinistra
radicale che sta operando un vergognoso linciaggio di Rossi e
Turigliatto. Dovrebbero essere loro a vergognarsi: sono venuti a
Vicenza, professano da anni il NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA e poi
contraddicono le parole con la prassi parlamentare, con la totale
subalternità al carrozzone del governo, con assurde discipline
burocratiche che misconoscono la libertà di coscienza e costituiscono
un esempio di doppiezza e codardia. Avrebbero dovuto rivendicare con
orgoglio una politica di pace ed essere loro a ricattare Prodi e
D'alema per ottenere almeno Vicenza e Kabul. Avrebbero dovuto essere
loro a bocciare senza pentimenti la relazione prima di Parisi e ieri di
D'alema, invece di scagliarsi contro gli unici senatori coerenti,
lasciati soli e insultati. Che cosa c'è di peggio di un governo di
destra ? Un governo di centrosinistra che fa una politica di destra. E'
uno spettacolo indecoroso questo delle ultime ore. Prc, Verdi e Pdci
stanno supplicando Prodi di non rimuovere la loro "insostituibilità"
ovvero le loro poltrone, disposti a capitolare su tutto, ad accettare i
voti dei centristi, pure quelli degli autonomisti siciliani, magari
ritrattando la sospensione del famigerato Ponte sullo Stretto, pronti
domani a votare si al decreto sul rifinanziamento delle missioni
militari, pronti ad accettare ignominiosamente la base dalMolin, che
verrà costruita prima di ogni fumosa conferenza sulle servitù militari.
Una sinistra che ha perso la bussola e la ragione e, quel che è peggio,
il consenso del proprio elettorato. Pintor ha scritto un tempo, pochi
mesi prima di andarsene, che la sinistra è morta. Forse non lo abbiamo
preso sul serio, non abbastanza sul serio. Grazie, Pintor per la tua
lucidità e grazie a Rossi e Turigliatto per il vostro coraggio.
Nella
Ginatempo-Roma

24 febbraio, 2007 09:28  
Anonymous Anonimo said...

una lettura interessante da carmillaonline:
http://www.carmillaonline.com/archives/2007/03/002172.html#002172

21 marzo, 2007 22:49  

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